Date published: 2025-9-11

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Klk26 Inibitori

I comuni inibitori della Klk26 includono, a titolo esemplificativo, l'aprotinina CAS 9087-70-1, la benzamidina CAS 618-39-3, l'AEBSF cloridrato CAS 30827-99-7, l'emisolfato di leupeptina CAS 55123-66-5 e il gabexato mesilato CAS 56974-61-9.

Gli inibitori chimici della Klk26 possono agire sulla proteina attraverso vari meccanismi per ostacolare la sua funzione enzimatica. L'aprotinina forma uno stretto complesso stechiometrico con la Klk26, ostacolando di fatto la sua capacità di tagliare substrati peptidici. La benzamidina compete con i substrati naturali per il sito attivo di Klk26, ostacolando così la sua attività proteolitica. L'AEBSF modifica covalentemente il residuo di serina all'interno della triade catalitica di Klk26, determinando un'inibizione irreversibile della sua attività enzimatica. Analogamente, la leupeptina interagisce con le serina-proteasi, compresa la Klk26, legandosi reversibilmente all'enzima e inibendo la proteolisi. Il gabexato imita lo stato di transizione dell'idrolisi del legame peptidico, il che gli consente di legarsi al sito attivo della Klk26 e di impedire la scissione del substrato.

Camostat e nafamostat condividono una modalità d'azione in cui inibiscono la funzione proteolitica di Klk26 occupando il sito attivo, precludendo l'interazione con il substrato e la successiva scissione del legame peptidico. Anche la chimostatina inibisce il Klk26 legandosi al sito attivo, impedendo così l'idrolisi del substrato. L'SBTI, o inibitore della tripsina di soia, ha come bersaglio la Klk26 e blocca l'accesso al substrato legandosi al suo sito attivo. E-64, sebbene sia tipicamente un inibitore della cisteina proteasi, può inibire il Klk26 attraverso l'interazione con il suo sito attivo, dimostrando un'inibizione trasversale. La peptatina A, nota per l'inibizione delle proteasi aspartiche, può interagire con il sito attivo di Klk26 a causa delle analogie nella specificità del substrato, determinandone l'inibizione. Infine, il fosforamidone, principalmente un inibitore di metalloproteasi, può interagire con la Klk26 legandosi agli ioni metallici che possono avere un ruolo nella conformazione strutturale o nel legame con il substrato della Klk26, con conseguente inibizione della funzione della proteina. Ciascuna sostanza chimica utilizza un approccio distinto per interrompere la capacità catalitica di Klk26, garantendo un'efficace soppressione dell'attività enzimatica della proteina.

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