Date published: 2025-9-11

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Aflatoxin B2 Inibitori

I comuni inibitori dell'aflatossina B2 includono, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, l'oltipraz CAS 64224-21-1, l'acido ferulico CAS 1135-24-6, l'anetolo CAS 104-46-1, l'eugenolo CAS 97-53-0 e l'aldeide cinnamica CAS 104-55-2.

Gli inibitori dell'aflatossina B2 sono una classe di composti che mirano a ostacolare la biosintesi o la funzione dell'aflatossina B2, uno dei metaboliti secondari tossici prodotti da alcuni ceppi dei funghi Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus. Questi funghi si trovano in una varietà di prodotti agricoli e i loro metaboliti, in particolare le aflatossine, rappresentano una preoccupazione significativa a causa della loro potenziale minaccia alla sicurezza alimentare. Le aflatossine, compresa l'aflatossina B2, sono note per essere potenti cancerogeni e possono avere gravi implicazioni per la salute se ingerite, anche in piccole quantità. L'aflatossina B2, sebbene meno predominante dell'aflatossina B1, rappresenta comunque un rischio significativo a causa della sua natura tossica. Lo studio e l'identificazione di inibitori dell'aflatossina B2 è un'area di ricerca attiva che mira a garantire la sicurezza alimentare riducendo o eliminando la contaminazione dei prodotti alimentari.

La modalità d'azione di questi inibitori varia. Alcuni composti agiscono interrompendo le vie enzimatiche coinvolte nella produzione di aflatossina B2, mentre altri potrebbero inibire la crescita del fungo stesso o bloccare i siti di legame che facilitano la produzione di aflatossina. Questi inibitori si trovano in varie fonti, tra cui estratti naturali di piante, microrganismi o anche composti sintetizzati chimicamente. I ricercatori utilizzano una serie di tecniche, dagli studi di docking molecolare ai test in vivo, per identificare e ottimizzare questi inibitori. L'efficacia di un inibitore viene solitamente misurata in base alla sua capacità di ridurre o prevenire la produzione di aflatossina B2 in colture fungine o substrati contaminati. L'obiettivo finale dello studio di questi composti è sviluppare strategie per prevenire o ridurre la contaminazione da aflatossina, garantendo così la sicurezza dei prodotti agricoli.

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