Gli inibitori chimici di SWI/SNF-B possono utilizzare diverse strategie per interrompere la funzione di questo complesso proteico coinvolto nel rimodellamento della cromatina. La tricostatina A, un inibitore dell'istone deacetilasi, può alterare la struttura della cromatina e quindi inibire SWI/SNF-B riducendo l'accessibilità del DNA su cui il complesso proteico può agire. Analogamente, la mitramicina A si lega direttamente alle sequenze di DNA, ostacolando il legame di SWI/SNF-B alla cromatina e le sue capacità di rimodellamento. Anche l'actinomicina D si intercala nel DNA, bloccando i siti di legame al DNA essenziali per la funzione di SWI/SNF-B. Sostanze chimiche come la clorochina e la concanamicina A influenzano il percorso endosomico-lisosomiale, che può provocare un riciclaggio e una localizzazione impropri di SWI/SNF-B, con conseguente compromissione della funzione di rimodellamento della cromatina. Un'alterazione dei processi di riciclo cellulare può impedire il corretto assemblaggio o il mantenimento di SWI/SNF-B in siti funzionali all'interno della cromatina.
Gli inibitori del proteasoma come MG-132 e Bortezomib possono inibire SWI/SNF-B stabilizzando le proteine che regolano negativamente il complesso, inibendo così la sua azione sulla cromatina. L'etoposide e la camptotecina causano danni al DNA e possono inibire SWI/SNF-B attraverso l'attivazione di vie di risposta al danno al DNA che possono sequestrare il complesso lontano dai suoi bersagli cromatinici o interferire direttamente con la sua attività. Il bisfenolo A, influenzando il paesaggio epigenetico, può portare a cambiamenti che influiscono negativamente sull'attività di rimodellamento di SWI/SNF-B. Il sirolimus, un inibitore di mTOR, può ridurre le risorse cellulari e l'energia necessarie per le attività di rimodellamento della cromatina ATP-dipendenti di SWI/SNF-B. Infine, la Rocaglamide, inibendo la traduzione, può ridurre la sintesi di componenti o cofattori cruciali necessari per l'attività funzionale di SWI/SNF-B, inibendo ulteriormente la sua capacità di rimodellare efficacemente la cromatina. Ciascuna sostanza chimica ha come bersaglio specifiche vie o processi cellulari che sono parte integrante del corretto funzionamento di SWI/SNF-B, portando alla sua inibizione funzionale.
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