Date published: 2025-9-12

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RP23-61E13.2 Inibitori

I comuni inibitori di RP23-61E13.2 includono, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, gefitinib CAS 184475-35-2, rapamicina CAS 53123-88-9, LY 294002 CAS 154447-36-6, palbociclib CAS 571190-30-2 e trametinib CAS 871700-17-3.

Gli inibitori RP23-61E13.2 rappresentano una classe chimica progettata per interagire con una specifica via biologica legandosi a un bersaglio molecolare identificato dal locus genetico RP23-61E13.2. Questo bersaglio è tipicamente una proteina o un enzima codificato dal gene corrispondente. Questo bersaglio è tipicamente una proteina o un enzima codificato dal gene corrispondente e gli inibitori sono formulati per modulare l'attività di questa proteina. Attraverso questa interazione, gli inibitori possono influenzare la funzione della proteina, portando ad alterazioni nei processi biologici associati. Le strutture chimiche di questa classe sono caratterizzate dalla capacità di inserirsi nel sito attivo o in un'altra regione di legame rilevante della proteina, che di solito è modellata per accogliere determinate molecole attraverso un meccanismo di blocco e chiave altamente specifico. La progettazione degli inibitori RP23-61E13.2 tiene conto delle dimensioni, della forma e delle proprietà elettroniche del sito bersaglio, assicurando che siano complementari e in grado di formare interazioni stabili, spesso attraverso legami non covalenti come legami a idrogeno, interazioni ioniche ed effetti idrofobici.

Lo sviluppo e il perfezionamento degli inibitori di RP23-61E13.2 comportano un rigoroso processo di sintesi chimica e studi di relazione struttura-attività (SAR). Questi studi aiutano a capire come i diversi gruppi chimici e le architetture molecolari influenzino l'affinità di legame e la selettività degli inibitori verso il loro bersaglio. Un alto grado di selettività è fondamentale per l'efficacia degli inibitori nel modulare l'attività della proteina bersaglio senza influenzare altre proteine con strutture simili. Tecniche avanzate come la cristallografia a raggi X, la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR) e la modellazione computazionale sono spesso impiegate per comprendere le interazioni molecolari in gioco. Anche le proprietà fisico-chimiche, come solubilità, stabilità e permeabilità, vengono ottimizzate per garantire che gli inibitori mantengano la loro integrità ed efficacia in condizioni fisiologiche. Gli inibitori di questa classe sono il risultato della convergenza di varie discipline scientifiche, tra cui la chimica medicinale, la biochimica e la biologia molecolare, che contribuiscono collettivamente alla progettazione e all'ottimizzazione di queste molecole.

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