Date published: 2025-9-10

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PTPRH Inibitori

I comuni inibitori della PTPRH includono, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, il triptolide CAS 38748-32-2, la rapamicina CAS 53123-88-9, il bortezomib CAS 179324-69-7, la 5-azacitidina CAS 320-67-2 e la 5-az-2′-deossicitidina CAS 2353-33-5.

Il processo di identificazione e sviluppo di inibitori di PTPRH implica la comprensione della specificità del substrato dell'enzima, della geometria del suo sito attivo e della dinamica della sua interazione con i substrati e le proteine regolatrici. La scoperta iniziale di potenziali inibitori potrebbe utilizzare uno screening high-throughput per valutare ampie librerie di composti per la loro capacità di legarsi e inibire la PTPRH. Anche i metodi computazionali, come il docking molecolare e lo screening virtuale, potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel prevedere come i potenziali inibitori potrebbero interagire con l'enzima. Questi approcci in silico consentono di esplorare un vasto spazio chimico con un minor dispendio di risorse rispetto ai tradizionali metodi di laboratorio. Una volta identificate le molecole candidate promettenti, inizierebbe un processo di ottimizzazione chimica in cui i chimici medicinali modificherebbero iterativamente la struttura chimica di queste molecole per migliorarne la potenza, la selettività e la stabilità.

Questo processo di ottimizzazione sarebbe guidato da analisi strutturali dettagliate dei complessi PTPRH-inibitore, ottenute con tecniche come la cristallografia a raggi X o la microscopia crioelettronica. Queste tecniche fornirebbero indicazioni su come gli inibitori si inseriscono nel sito attivo di PTPRH e interagiscono con i residui aminoacidici chiave. Con ogni serie di sintesi e test, si stabiliranno relazioni struttura-attività (SAR) che informeranno la progettazione di inibitori più efficienti. L'obiettivo è sviluppare una serie di composti che mostrino un'interazione forte e selettiva con PTPRH, influenzando la sua attività di fosfatasi. Nel corso di questo processo, le proprietà fisico-chimiche di ciascuna molecola verrebbero messe a punto per garantire che possa raggiungere e interagire efficacemente con PTPRH nel complesso ambiente cellulare. Ciò comporterebbe il bilanciamento di proprietà come la solubilità, la permeabilità e la stabilità metabolica, che sono tutte fondamentali per la capacità della molecola di interagire con l'enzima bersaglio.

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