Gli inibitori chimici della SULT2B10 comprendono una serie di composti che ostacolano direttamente l'attività di solfonazione dell'enzima. Il triclosan, ad esempio, può legarsi al dominio sulfotransferasico di SULT2B10, impedendo il legame dei substrati endogeni necessari per la solfonazione, con conseguente inibizione. Analogamente, il bisfenolo A, interagendo con il sito attivo dell'enzima, ostacola il legame dei substrati naturali, inibendo così la funzione dell'enzima. Composti come la quercetina, la crisina e l'apigenina fungono da inibitori competitivi; occupano il sito attivo della SULT2B10, impedendo così la solfonazione dei substrati previsti. Questa competizione garantisce una riduzione dell'attività dell'enzima, poiché queste molecole imitano in varia misura la struttura dei substrati naturali, portando a una diminuzione della funzione di solfonazione di SULT2B10.
L'ulteriore inclusione di Kaempferolo, Resveratrolo e Acido ellagico aggiunge un ulteriore spettro di inibitori chimici legandosi allo stesso sito attivo, ciascuno dei quali riduce la capacità di SULT2B10 di catalizzare il trasferimento di gruppi solfato ai suoi substrati. Anche la genisteina, la biocanina A e la naringenina inibiscono la SULT2B10 competendo con i substrati naturali, impedendo così la normale attività sulfotransferasica. Anche la curcumina, con la sua struttura molecolare distinta, può legarsi al sito attivo della SULT2B10, ostacolando l'accesso dei substrati endogeni e inibendo la funzionalità dell'enzima. Ciascuna di queste sostanze chimiche, grazie alla loro interazione con il sito attivo e alla competizione con i substrati endogeni, assicura che l'attività di solfonazione - vitale per la funzione di SULT2B10 - sia efficacemente inibita.
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