Le sostanze chimiche classificate come inibitori di hCAP-H comprendono una serie di composti che interferiscono indirettamente con le funzioni mitotiche e l'architettura cromosomica. Questi inibitori non hanno come bersaglio diretto hCAP-H; piuttosto, influiscono sulla funzione della proteina alterando i processi cellulari e le vie di segnalazione che facilitano la corretta condensazione e segregazione dei cromosomi durante la mitosi. Composti come il paclitaxel e la vinblastina agiscono sulla rete dei microtubuli, essenziale per l'assemblaggio del fuso mitotico. Stabilizzando o destabilizzando i microtubuli, questi composti possono alterare il corretto funzionamento dell'apparato del fuso, influenzando così indirettamente il ruolo di hCAP-H nella condensazione e stabilizzazione dei cromosomi.
Il nocodazolo e il monastrolo esercitano effetti simili colpendo rispettivamente la dinamica dei microtubuli e i motori delle chinesine, che sono fondamentali per la formazione e la funzione del fuso. BI 2536 e S-trityl-L-cisteina concentrano la loro azione su chinasi mitotiche chiave come Plk1 e la proteina motrice Eg5, rispettivamente. La loro inibizione porta a difetti nell'assemblaggio e nella funzione del fuso, che possono inibire indirettamente la funzione di hCAP-H. Le chinasi Aurora sono un altro importante bersaglio degli inibitori di hCAP-H. Composti come ZM447439, VX-680 e Alisertib inibiscono l'attività dell'Aurora chinasi, che è fondamentale per l'allineamento e la segregazione dei cromosomi. Interrompendo questi processi, i composti influenzano indirettamente la funzione di hCAP-H, fondamentale per il mantenimento dell'architettura cromosomica durante la mitosi. Il mitoxantrone e l'amsacrina hanno come bersaglio la topoisomerasi II, coinvolta nella replicazione e nella decatenazione del DNA, processi fondamentali per la corretta condensazione e segregazione dei cromosomi.
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