Date published: 2025-9-9

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CD30L Inibitori

I comuni inibitori di CD30L includono, ma non sono limitati a, desametasone CAS 50-02-2, metotrexato CAS 59-05-2, ciclosporina A CAS 59865-13-3, rapamicina CAS 53123-88-9 e acido micofenolico CAS 24280-93-1.

Gli inibitori del CD30L sono una classe di composti chimici specificamente progettati per interferire con l'attività biologica del ligando del CD30 (CD30L), un membro della famiglia del fattore di necrosi tumorale (TNF). Il CD30L è una proteina transmembrana che interagisce con il suo recettore, il CD30, per regolare vari processi cellulari, tra cui la proliferazione, la differenziazione e l'apoptosi. L'interazione tra CD30 e CD30L è di particolare interesse nella ricerca immunologica per il suo ruolo nella modulazione delle risposte immunitarie. Gli inibitori del CD30L funzionano tipicamente legandosi al CD30L, impedendogli così di impegnarsi con il CD30. Questa inibizione può portare ad alterazioni nelle vie di segnalazione a valle che sono normalmente attivate dall'interazione CD30-CD30L, come l'attivazione del fattore nucleare kappa-light-chain-enhancer of activated B cells (NF-κB) e di altri fattori di trascrizione che sono fondamentali nella funzione delle cellule immunitarie.In termini di proprietà chimiche, gli inibitori di CD30L possono variare ampiamente, comprendendo piccole molecole, peptidi o anche biologici più grandi come gli anticorpi. La progettazione di questi inibitori spesso comporta uno screening high-throughput e studi di relazione struttura-attività (SAR) per identificare i composti che presentano un'elevata affinità e specificità per il CD30L. I meccanismi molecolari con cui agiscono questi inibitori possono essere complessi, coinvolgendo la modulazione allosterica, il legame competitivo o l'ostacolo sterico. Questi composti possono anche essere ingegnerizzati per possedere proprietà farmacocinetiche desiderabili, come la stabilità e la biodisponibilità, attraverso modifiche chimiche come la pegilazione o l'incorporazione di aminoacidi non naturali nel caso di inibitori peptidici. Lo studio degli inibitori di CD30L non solo contribuisce alla comprensione dell'asse CD30/CD30L nella comunicazione cellulare, ma fornisce anche approfondimenti sui meccanismi più ampi delle interazioni ligando-recettore all'interno della superfamiglia TNF.

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