La classe chimica degli inibitori di CBLL1 si riferisce a composti in grado di modulare l'attività della proteina CBLL1 (Casitas B-lineage Lymphoma-transforming sequence-like protein 1), che ha attività di ubiquitina-proteina ligasi E3. Questi inibitori possono esercitare il loro effetto sia inibendo direttamente l'attività enzimatica di CBLL1 sia influenzando i processi e le vie cellulari in cui CBLL1 è coinvolta. Le sostanze chimiche elencate non sono inibitori diretti di CBLL1; piuttosto, influenzano la funzione della proteina attraverso mezzi indiretti, mirando alla degradazione proteasomica, ai processi di ubiquitinazione e a varie vie di segnalazione.
Queste sostanze chimiche comprendono una serie di classi, tra cui gli inibitori del proteasoma come MG132, Bortezomib e Lactacystin, che impediscono la degradazione di proteine che altrimenti potrebbero essere ubiquitinate e degradate in modo dipendente da CBLL1. Altri, come PYR-41 e MLN4924, mirano a processi a monte che sono essenziali per l'ubiquitinazione. Il PYR-41 interrompe l'enzima attivatore dell'ubiquitina E1, mentre l'MLN4924 inibisce l'enzima attivatore NEDD8, influenzando un processo strettamente correlato all'ubiquitinazione chiamato neddilazione. Anche gli inibitori dell'autofagia, come la clorochina e lo SMER3, potrebbero influire sul turnover delle proteine regolate da CBLL1, poiché l'autofagia è un'altra via di degradazione dei componenti cellulari.