Date published: 2025-10-12

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TFIIH p34 Inibitori

Gli inibitori comuni di TFIIH p34 includono, ma non solo, la tricostatina A CAS 58880-19-6, la 5-azacitidina CAS 320-67-2, l'acido valproico CAS 99-66-1, la 5-Aza-2′-deossicitidina CAS 2353-33-5 e l'etoposide (VP-16) CAS 33419-42-0.

Gli inibitori di TFIIH p34 sono una classe di composti chimici che hanno come bersaglio specifico la subunità p34 del fattore di trascrizione generale IIH (TFIIH). TFIIH è un complesso proteico a più subunità coinvolto in vari processi cellulari fondamentali, tra cui l'iniziazione della trascrizione da parte dell'RNA polimerasi II e la riparazione per escissione nucleotidica (NER) del DNA danneggiato. La subunità p34, nota anche come TFB4 nel lievito o GTF2H4 nell'uomo, svolge un ruolo cruciale nello stabilizzare il complesso e nel facilitare le interazioni con altri componenti del macchinario di trascrizione. Inibendo la p34, questi composti interferiscono con l'integrità funzionale di TFIIH, interrompendo il suo coinvolgimento nello svolgimento e nella riparazione del DNA, e quindi possono influenzare la trascrizione e le risposte al danno al DNA. Studi strutturali suggeriscono che p34 interagisce sia con il complesso TFIIH centrale che con i fattori ad esso associati, rendendolo un bersaglio chiave per la modulazione dell'attività di TFIIH. L'inibizione di p34 ha un impatto su diversi processi cellulari che dipendono dal corretto funzionamento di TFIIH, in particolare quelli che richiedono lo svolgimento del DNA, come la sintesi di RNA e la riparazione delle lesioni del DNA. Poiché la TFIIH è necessaria sia per la normale crescita cellulare che per la risposta ai danni al DNA, gli inibitori della p34 hanno un'influenza significativa sulla regolazione del ciclo cellulare e sull'integrità genomica. Legandosi a siti specifici della subunità p34, questi inibitori ne interrompono le interazioni con altri componenti di TFIIH, il che può alterare la stabilità e la funzione dell'intero complesso TFIIH. Questo porta a un potenziale accumulo di danni al DNA non riparati o a difetti trascrizionali, influenzando così l'omeostasi cellulare. La specificità di questi inibitori verso la p34 li distingue da inibitori più ampi della TFIIH, consentendo un approccio più mirato alla modulazione delle attività legate alla TFIIH a livello molecolare.

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