Gli inibitori allosterici si legano a una proteina in un sito distinto dal sito attivo, inducendo cambiamenti conformazionali che si traducono in una riduzione dell'attività della proteina. Questo tipo di inibizione è particolarmente sottile, in quanto non impedisce al substrato di legarsi, ma piuttosto riduce la capacità della proteina di svolgere la sua funzione. Un'altra classe critica è quella degli inibitori competitivi dell'ATP, che sono prevalenti nell'inibizione delle chinasi. Le chinasi sono enzimi che trasferiscono gruppi fosfato da molecole ad alta energia, come l'ATP, a substrati specifici, un processo noto come fosforilazione. Gli inibitori competitivi dell'ATP imitano la struttura dell'ATP, legandosi alla tasca di legame dell'ATP della chinasi e impedendone l'interazione con il substrato vero e proprio. Questa inibizione è particolarmente importante per le proteine che si basano sulla fosforilazione per l'attivazione o l'inattivazione.
Gli inibitori del proteasoma rappresentano una strategia diversa, mirando al macchinario di degradazione delle proteine della cellula. Inibendo il proteasoma, queste sostanze chimiche possono causare un accumulo di proteine, comprese quelle eventualmente mal ripiegate o danneggiate, con conseguente diminuzione della funzione cellulare e un effetto indiretto su varie vie, potenzialmente comprese quelle che coinvolgono C2orf53. L'inibizione del proteasoma può portare a una riduzione della degradazione di un'ampia gamma di proteine cellulari, che potrebbe avere un impatto sulla funzionalità di C2orf53. I chelanti metallici sono composti che legano strettamente gli ioni metallici, sequestrandoli efficacemente dall'ambiente cellulare. Poiché molte proteine, compresi gli enzimi, richiedono cofattori metallici per la loro attività, i chelanti possono inibire queste proteine privandole degli ioni metallici essenziali. Gli inibitori peptidici sono brevi sequenze di aminoacidi progettate per imitare la parte di una proteina che interagisce con un'altra molecola. Possono agire come inibitori competitivi legandosi al sito attivo o al sito allosterico, impedendo alla proteina di interagire con i suoi partner.
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